Nel follow up abbiamo esplorato il significato di open mindset, condividendo cosa significhi per ciascuno di noi e come lo viviamo.
La soluzione ha a che fare con la nostra capacità di imparare ad usare i nuovi strumenti a nostra disposizione e soprattutto con la nostra capacità e disponibilità a capire come stare dentro ad un mondo che è, per sua natura, in continua trasformazione.
Questo continuo cambiamento e la velocità che questo nuovo mondo impone ci mette infatti sotto pressione perché non siamo “biologicamente” pronti e preparati per gestirlo. È necessario sviluppare un approccio mentale che permetta a tutti noi di gestire con più flessibilità i cambiamenti, di confrontarci in modo produttivo con un contesto ambiguo e non predittivo, di navigare tra gli imprevisti usando gli errori come indicazioni e occasioni di crescita.
Uno dei modi per essere sempre di più a nostro agio in un contesto nuovo “è stare sempre più spesso nel nuovo”.
Stare nel nuovo vuol dire abituarsi a quella situazione di incertezza, accettare di dover imparare e di conseguenza di poter fare degli errori.
Come anticipato nel follow up vi proponiamo un video di Carol Dweck, psicologa americana autrice del libro “Mindset” (che vi consiglio). Nel suo breve intervento mette a fuoco il valore del “not yet” ovvero del “non ancora”, parla di processo e non solo del risultato. È una delle caratteristiche di quello che lei chiama “Growth Mindset”. Nel video ne parla in termini educativi pensando ai giovani ma la stessa cosa vale per gli adulti.
E il contesto che più di tutti in questo momento ci richiede di valorizzare il “non ancora” è proprio questo di grande cambiamento che avete vissuto e state vivendo che non rende possibile sempre e comunque uno sviluppo solido di expertise e ci richiede di provare, di metterci alla prova e di surfare tra le novità trovando soddisfazione anche nel processo e non solo nel risultato.
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