Ho finalmente deciso, dopo molte riflessioni, di scrivere i miei pensieri sul meraviglioso film della Pixar Inside out (di cui riporto in calce il trailer), che descrive in modo appassionante il modo in cui la mente di un adolescente, e non solo di lui, è influenzata e condizionata dalle proprie emozioni.

Dopo aver letto molti commenti e diverse opinioni, non ultima quella di Antonio Polito sul corriere mi sento di voler condividere alcune riflessioni che ritengo utili all’approfondimento delle evocazioni che la pellicola genera.

Mi rendo conto che quello che sto per scrivere ha un senso solo per coloro che hanno visto il film; per tutti gli altri ho una sola esortazione: andatelo a vedere.

E’ un film intelligente, a tratti geniale, che contiene elementi di riflessione spettacolari!

Se vogliamo è un po impreciso, manca di dettagli e sicuramente in parte banalizza processi complessi e articolati; guai se non fosse così, ma quello che è certo è vale ben più dei soldi che vi chiederanno per il biglietto.

E’ importante notare che, nonostante le considerazioni raziocinanti di Polito o le varie altre interpretazioni sul modo in cui la ragione si interfaccia alle emozioni, sono proprio quest’ultime le protagoniste della nostra vita e il film lo evidenzia in modo forte e piacevole.

L’idea di avere nella nostra mente una sala di controllo che alterna gioia, tristezza, paura, rabbia e disgusto è semplicemente favolosa!

Rimangono tuttavia marcate alcune situazione che meritano di essere approfondite e che generano nella mia mente (oddio chi nella mia mente!!!) alcune domande che mi fanno riflettere su elementi del film poiché non capisco se sono stati utilizzati con consapevolezza, oppure casualmente .

Il primo.

Nel trailer italiano, che riporta un bel passaggio del film, si nota che al centro della sala di comando del piccolo Riley nessuna delle 5 emozioni di base ha preso il controllo della situazione (c’è molta alternanza e confusione) mentre nella mente della madre, nel posto di comando della “plancia delle decisioni” c’è Tristezza (pare) mentre in quella del padre c’è Rabbia.

Perché questa scelta?

Gli uomini sono forse più arrabbiati e le donne più tristi? Non credo proprio!!

E’ una scelta collegata al momento che stanno vivendo i due adulti?

E’ una attitudine personale che ha a che vedere con il carattere?

E’ un caso? Non lo so ma fa riflettere!

Forse che ognuno di noi ha una emozione dominante che tende a orientare le altre?

Lascio a voi…

Seconda riflessione

Vi sono momenti (lo si nota anche nel trailer), nei quali le emozioni stesse, proprio tutte, sembrano provare emozioni diverse da se stesse: Gioia prova tristezza, Disgusto prova gioia, Paura prova gioia e così via…

Cosa significa? Forse che anche le emozioni hanno la stressa struttura di pensiero degli umani? Ovvero anche le emozioni hanno nella testa altre 5 emozioni, le quali a loro volta hanno nella testa 5 emozioni, che a loro volta… insomma avete capito no!

Quanto in profondità dobbiamo andare per trovare una soluzione se questa ipotesi fosse vera?

Terza riflessione (e qui vengo a Polito)

Quale è il ruolo dei pensieri razionali e delle decisioni di libero arbitrio? Dove si trovano? Forse sono proprio nella mente delle emozioni? Ovvero ogni emozione è dotata di razionalità e libero arbitrio? Difficile da pensare!

Oppure la ragione risiede nei meccanismi di funzionamento della macchina che gestisce i pensieri e li stiva negli spazi della memoria? Quasi che la ragione non fosse altro che un programma di gestione dei pensieri automatico e robotizzato! Molto sconfortante se fosse cosi.

Ultima riflessione

Il messaggio del film è che ogni emozione è utile e che non possiamo pensare di poter fare a meno di una squadra di emozioni ben affiatata che opera nella nostra mente per poter vivere una vita piena e felice.

Quindi è un team? Ovvero vi sono diverse parti di noi nella mente che possono funzionare in accordo o in disaccordo!

Quindi è sempre una questione di teamworking (come nella situazione di gestione dell’emergenza da parte del padre nel trailer)

Questo non rischia di farci pensare che in qualche modo è plausibile avere una “personalità multipla”? (Mio dio!!)

Insomma potrei andare avanti a lungo a proporre altre riflessioni sul ruolo dell’amico immaginario, dell’oblio, della fantasia e della creatività, delle regole e della manutenzione dei pensieri, ecc…!!

L’unica vera risposta dopo tutte queste domande è che se un film è capace di generare cosi tante riflessioni e dialoghi, vale proprio la pena di dedicargli il tempo della sua proiezione!

Ne uscirete con le emozioni rafforzate e gratificate!!!

Buone emozioni a tutti.

 

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